Serre Salentine e la Serra dei Cianci
Nel Salento delle Serre, come nella piana di Lecce, in corrispondenza di falde acquifere territorialmente estese ma poco profonde e poco abbondanti e quindi suscettibili di uno sfruttamento non centrato ma sparso, sorge una rete di insediamenti fitti, ma di scarsa consistenza numerica.
Nei secoli IX e X si assiste a una fase di rottura, caratterizzata da una breve trasformazione nella localizzazione degli insediamenti.
Sotto la continua minaccia delle incursioni saracene le popolazioni sarebbero state costrette ad abbandonare i siti costieri e ad arretrare verso l’interno. Ciò è vero, ma solo in un numero limitato di casi gli abbandoni furono totali e defi nitivi.
Ben più profondi e duraturi furono i mutamenti dell’habitat connessi alla conquista normanna. La creazione di una robusta e duratura feudalità ecclesiastica attraverso le donazioni di casali, chiese e terre, che costituiscono il nerbo del patrimonio ecclesiastico di natura feudale per tutto il medioevo e l’età moderna.
All’inizio dell’età angioina (1268) il censimento della comunità, ossia dei centri che avevano un riconoscimento amministrativo, ne attribuiva a Terra d’Otranto ben 212.
Accentramento della popolazione di più casali in un unico sito di più grandi dimensioni, abbandono dei centri costieri ed arretramento della rete insediativa verso l’interno, sono fenomeni che si scandiscono lungo tutto il corso del XII , XIV e XV secolo, lungo l’arco cronologico compreso tra l’ascesa al trono di Carlo d’Angiò e l’arrivo di Alfonso d’Aragona.
La congiuntura di fine ‘300 e primo ‘400 provocò un tracollo verticale del popolamento (piccoli villaggi e casali abbandonati) insieme ad una trasformazione della struttura agraria, che andò nella direzione di una progressiva rarefazione della coltura della vigna a vantaggio del seminativo e del pascolo.
Allo spopolamento dei casali e dei piccoli villaggi si accompagna quasi sempre l’arretramento delle colture specializzate, anche se è difficile stabilire un rapporto di priorità o di causa effetto tra i due fenomeni.
Se nell’area nord occidentale di Terra d’Otranto gli antichi casali disabitati divengono feudi rustici, masserie a seminativo o a pascolo, che conservano ancora le servitù delle prestazioni signorili e sono proprietà del ceto nobiliare locale o degli enti ecclesiastici, nella parte meridionale (Salento delle Serre) non vi fu una trasformazione radicale dell’habitat, che restò strutturato in piccoli agglomerati umani.
Nella prima età moderna l’area è caratterizzata da un incremento della popolazione: la zona del Capo di Leuca ha 31 micro-villaggi; la zona ionica gravitante intorno all’asse Nardò-Gallipoli vede la crescita notevole dell’abitato gallipolino; Otranto conta nel suo hinterland 23 luoghi abitati.
Caratteristiche idro-geo-morfologiche
Il Salento è costituito, dal punto di vista geologico, da un basamento calcareo di età cretacica, spesso alcune migliaia di metri, interessato da pieghe ad ampio raggio e da faglie che lo dislocano a differenti quote, al punto da far assumere allo stesso basamento un assetto morfologico con alternanza di dorsali e depressioni, che in definitiva caratterizza il territorio delle Serre Salentine.
Dal punto di vista dell’idrografia superficiale, tra alcuni corsi d’acqua non molto estesi (ad es. Fiume Idro), è da evidenziare la diffusa presenza di bacini endoreici, ossia aree con reticoli idrografici più o meno articolati, aventi come recapito finale non il mare ma una zona interna depressa, a luoghi corrispondente ad una depressione carsica (dolina, voragine, in dialetto vore).
Le tipologie idrogeomorfologiche che caratterizzano l’ambito sono essenzialmente quelle dovute ai processi di modellamento carsico e di versante e in subordine a quelle di modellamento fluviale e di modellamento marino.
In rapporto alle forme di modellamento carsico,le vore, parzialmente epigee e parzialmente ipogee, rappresentano il risultato di un’attività carsica concentrata in zone ristrette, corrispondenti a depressioni naturali interne al territorio.
Le acque di ruscellamento, per cause naturali, si concentravano a seguito di eventi meteorici e rafforzavano l’azione dissolutiva del calcare, al punto da originare vuoti di dimensioni anche significative, aventi funzioni di dreno naturale in falda delle piovane.
Le voragini sono a volte la testimonianza superficiale di complessi ipogei anche molto sviluppati (ad es. voragini di Spedicaturo, voragine di Vitigliano, ecc.).
In rapporto alle forme di modellamento di versante, merita evidenziare gli orli di scarpata dei versanti occidentali dei rilievi delle Serre Salentine, caratterizzati da dislivelli con le aree basali relativamente significativi per un territorio complessivamente poco movimentato.
Rare sono le forme evidenti di modellamento fluviale, presenti solo in corrispondenza di alcune incisioni carsiche profonde lungo la costa circostante il capo di Leuca (ad es. Vallone del Ciolo, zona di Porto Badisco).
Per quanto riguarda i territori costieri, questi mostrano un’estrema variabilità morfologica, conseguente alle numerose e differenziate tipologie di costa presenti nell’area salentina. Si passa in modo graduale ma rapido da estese coste sabbiose, bordate da cordoni dunari, a coste rocciose, ricche di anfratti e seni, fino a vere e proprie coste a strapiombo o falesie, elevate anche diverse decine di metri sul livello del mare, e ricche di grotte marine visitabili sia da mare che da terra.
Sitografia: http://paesaggio.regione.puglia.it/PPTR_2013_07/5._Schede%20degli%20Ambiti%20Paesaggistici/5.11_SALENTO_DELLE_SERRE.pdf